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Otranto, svelato il mistero del “cranio miracoloso” contro l’epilessia

Lecce (lunedì, 28 aprile 2025) — L’epilessia è una delle malattie neurologiche più antiche e temute, studiata fin dai tempi dei Babilonesi, circa 3.000 anni fa. Ancora oggi, convivere con la sua imprevedibilità rappresenta una sfida quotidiana per milioni di persone.

di Valeria Russo

Nonostante i grandi progressi della medicina, i pregiudizi e le superstizioni non sono del tutto scomparsi. A Otranto, una singolare testimonianza di antiche pratiche terapeutiche è stata finalmente chiarita. Tra i resti dei 813 martiri uccisi dalle truppe turche il 14 agosto 1480, si trova un cranio crivellato da 16 fori che da secoli affascina studiosi e visitatori. Un recente studio dell’Università di Pisa, pubblicato sul Journal of Ethnopharmacology, ha svelato il mistero: la polvere ottenuta dallo sbriciolamento delle ossa veniva utilizzata per preparare bevande curative destinate a combattere malattie come epilessia, ictus e paralisi. «La testa era considerata la sede delle forze spirituali invisibili», spiega la dottoressa Valentina Giuffra, autrice della ricerca. Per questo, secondo la medicina del XVIII secolo, l’osso cranico – soprattutto di chi era morto di morte violenta – aveva proprietà terapeutiche particolari. Il cosiddetto “drink d’ossa”, destinato alla cura dei disturbi della mente, rappresenta così la chiave di lettura delle reliquie custodite nella splendida Cattedrale di Otranto. Una pratica arcaica, oggi superata dalla scienza, ma che racconta il lungo cammino dell’uomo nella lotta contro la malattia e il mistero della vita.

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Last modified: Aprile 28, 2025
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