Lecce (martedì, 29 aprile 2025) — Il cambiamento climatico non è più una previsione, ma una realtà tangibile che incide profondamente sulla qualità della vita. A certificarlo, anche quest’anno, è la classifica sul benessere climatico pubblicata dal Sole 24 Ore, che analizza 15 indicatori ambientali in 107 capoluoghi italiani, prendendo in esame l’ultimo decennio (2014-2024) e, per gli eventi estremi, dati a partire dal 2008.
di Valeria Russo
A sorpresa, il Salento, spesso considerato una zona climatica privilegiata, mostra segni evidenti di criticità. Lecce, in particolare, registra una netta flessione: scivola dal 51esimo al 60esimo posto, risultando il fanalino di coda in Puglia e tra i peggiori del Mezzogiorno. Tra gli indicatori più preoccupanti c’è l’indice di calore – che misura i giorni con almeno 30°C – in cui Lecce si piazza al 93esimo posto. Male anche sul fronte delle notti tropicali, delle giornate oltre i 35 gradi, delle precipitazioni estreme e delle raffiche di vento. La temperatura media è aumentata di 2,2 gradi rispetto al 2010, segno evidente del riscaldamento globale che interessa anche il Sud Italia. L’unico sollievo arriva da alcuni indicatori positivi, come la brezza estiva (19° posto), la circolazione dell’aria e il soleggiamento, che garantisce alla città il 20° posto. Intanto, a livello nazionale, brillano Bari e i comuni della Bat, che conquistano le prime due posizioni, smentendo l’idea che il Mezzogiorno sia uniformemente penalizzato. Lecce, invece, è chiamata a riflettere e ad agire, prima che la percezione di “terra felice” venga definitivamente smentita dai dati.
Last modified: Aprile 29, 2025